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Per le Crocerossine un 4 Novembre dalla trincea del Coronavirus



“Entriamo in servizio alle 6.30. Vado subito in ambulatorio e assisto il direttore nelle medicazioni. Tutte le ferite sono gravissime. Siamo nell’ospedale più avanzato del Carso, ove si accolgono quelli che non è possibile trasportare all’indietro. La mia prima giornata da infermiera volontaria mi sconvolge al punto da non sapere se potrò resistere a lungo. Visioni di sangue e di dolore”. Così il 12 maggio 1917 scriveva Sita Camperio Meyer dal fronte: la fondatrice delle Crocerossine di Monza aveva visto scene piene di sangue e di dolore, ma dopo le emozioni iniziali ha continuato nel suo servizio sui treni ospedale. Una storia fatta di presenza sul campo, nei momenti di emergenza: teatri di guerra, di catastrofi naturali, di necessità in Italia e nel mondo. Le Infermiere Volontarie sono sempre state in prima linea, nella loro divisa di Ausiliarie delle Forze Armate al fianco dei cittadini. Ci siamo abituati a vederle sfilare anche durante le cerimonie ufficiali, ma questo 4 Novembre sarà diverso: non schierate in piazza accanto ai Reparti Militari, ma impegnate in prima linea nella battaglia contro il Covid. Una storia carica di emozione, impegno, spirito di sacrificio quella che c’è dietro al Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa di Monza, che si fregiano anche della presenza tra le loro fila di Sita Camperio Meyer, nata a La santa nel 1877, pioniera delle Infermiere Volontarie, impegnata sul campo durante la Prima Guerra Mondiale (fregiandosi anche dei riconoscimenti della Medaglia di bronzo al valor militare e della medaglia F. Nightingale del Comitato Internazionale della Croce Rossa), e le cui spoglie sono sepolte nel cimitero comunale di Villasanta.


Ed è proprio nella prima metà del secolo scorso, in quei cinquant’anni dove l’Italia visse il dramma di due Guerre Mondiali, che le Crocerossine si rivelarono una presenza preziosa e consolatrice.


Nel 1906 Sita diede l’avvio ad un breve corso teorico pratico della durata di cinque mesi che si svolse a La santa. Questo primo corso con tassa di iscrizione di 20 lire, coinvolse oltre 150 allieve, per lo più nobildonne e dell’alta borghesia , tanto che le lezioni furono poi spostate presso il Palazzo d’Igiene di Milano, partendo ufficialmente nell’anno scolastico 1906/1907. Nel 1908 venne inaugurata a Milano l’Ambulanza Scuola .


Nel 1915, alla vigilia della Grande Guerra, a Monza fu inaugurata una Scuola per Infermiere Volontarie, nell’attuale scuola Dante che sorge proprio davanti alla sede della CRI. La scuola era diretta dal professor Bartolomeo Rigatti e sotto la guida dell’Ispettrice Amalia Sironi Staurenghi vedeva le Crocerossine brianzole impegnate nelle lezioni. Il primo anno si diplomarono due Crocerossine: Candida Tornaghi e Antonietta Bollani.


La prima partì per il fronte a soccorrere i feriti del Piave; poi assistette i soldati malati di “spagnola” al ritorno dal fronte, e il suo instancabile impegno sarà assicurato anche durante la Seconda Guerra Mondiale. Anche la Crocerossina Antonietta Bollani partì subito per il fronte ad assistere i militari feriti ricoverati sui treni ospedale. Durante la Grande Guerra coprì un ruolo importante anche Giulia Canesi Scotti, dal 1919 Dama delle Croce Rossa che era a capo dell’Ufficio per le notizie alle famiglie dei militari al fronte, diventando speranza dei parenti dei soldati monzesi in attesa di ricevere notizie rassicuranti dai loro figli, mariti e fidanzati in trincea.


Nel frattempo proseguiva la formazione delle future Infermiere Volontarie: conclusa la guerra la loro presenza si rivelò fondamentale in una società che stava attraversando una grave crisi sociale ed economica. I corsi biennali iniziavano a settembre e le future crocerossine seguivano lezioni teoriche e pratiche nell’ospedale San Gerardo di via Solferino. Dal 1927 l’Ispettorato delle Crocerossine fu affidato alla marchesa Olimpia Incisa Della Rocchetta che ricoprirà il ruolo di Ispettrice dal 1930 al 1950, stando sempre al fianco dei bisognosi.


Dagli anni Cinquanta ai giorni nostri le Crocerossine monzesi sono state presenze importanti per il territorio. Prezioso il loro servizio durante le calamità naturali: non solo le grandi esondazioni del Lambro, ma anche durante il terremoti in Friuli e in Irpinia, nei teatri di guerra in Medio Oriente e nella ex Jugoslavia, fino al loro importante contributo durante questa ultima emergenza sanitaria.


Le Crocerossine sono scese in campo, ancora una volta con il sorriso e con lo spirito di sacrificio, offrendo il loro servizio all’interno dei reparti Covid dell’ospedale San Gerardo di Monza coordinate dal personale infermieristico; ma anche nei servizi sociali di consegna dei farmaci e della spesa alle persone in quarantena.


Ma le Sorelle monzesi sono riuscite anche a “riunire” un padre monzese ricoverato nell’ospedale di Monza, con il figlio che vive in Messico recapitando un videomessaggio che il giovane d’Oltreoceano aveva affidato alle Crocerossine monzesi. “Per questo particolare 4 Novembre non saremo schierate in piazza – ricorda Sorella Mariella Cociani, Ispettrice delle Infermiere Volontarie di Monza -. Ogni giorno è il nostro 4 Novembre: impegnate con gli occhi che sorridono, visto che le mascherine ormai celano le nostre bocche, portando aiuto, sollievo e speranza a chi sta lottando contro questa drammatica pandemia”.

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